I delitti di uno scrittore imperfetto by Mikkel Birkegaard

I delitti di uno scrittore imperfetto by Mikkel Birkegaard

autore:Mikkel Birkegaard [Birkegaard, Mikkel]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Suspense
ISBN: 8850226543
Google: n49WtwAACAAJ
Amazon: 883042756X
editore: TEA
pubblicato: 2010-01-01T00:00:00+00:00


La lampada accanto al letto era accesa, ma per il resto era buio. Mi ha tirata dentro e io ho chiuso la porta come mi aveva detto di fare. Avevo una paura matta. Dove diavolo era quello?

Credevo di dover solo consegnare Verner e poi via. Non avevo intenzione di farmi scopare da quel porco schifoso.” Iniettai la droga nella carotide e sfilai la siringa. Marie ricambiò con un sospiro. Una goccia di sangue stillò dal collo e io la asciugai col pollice.

“Racconta.” “Be’, quando Verner è passato davanti alla porta del bagno, quello finalmente è uscito, il tipo. Aveva proprio lo stesso aspetto di quando lo avevo incontrato la prima volta, completamente vestito, con giacca, cappello, occhiali da sole e tutto il resto. E aveva una pistola.” Marie ridacchiò. “Avresti dovuto vedere il porco. Accidenti, quanto è rimasto sorpreso.

Quasi quasi ne è valsa la pena. Ha cominciato a balbettare e sudare, e si è fatto tutto rosso in faccia.” La sua voce era diventata più morbida.

“Con quel tono sinistro il tipo ha detto a Verner di sedersi sul letto. Lui si è seduto, nervosissimo, tremava tutto e teneva le mani avanti come se potesse fermare una pallottola.”

Marie rise di nuovo. “Io ho avuto i miei soldi. Il tipo ha infilato la mano nella tasca del cappotto senza spostare lo sguardo da Verner, ha tirato fuori una busta e me l’ha data. Era bella grossa.

C’era il prezzo pattuito e qualcosa in più, ha detto, per farmi tenere la bocca chiusa.” Marie mi guardò imbarazzata. “Bisogna pur vivere.” Sorrise con un’espressione assente negli occhi, allora alzai la voce.

“E poi cosa è successo?” “Poi sono andata via come mi aveva detto”, rispose.

“Questo è tutto?” chiesi. La mia voce riecheggiò forte e agitata nel piccolo abitacolo.

Marie scosse la testa e sorrise di nuovo.

“Mmm”, disse piano.

Le afferrai le spalle.

“Racconta!” Aveva le palpebre mezze chiuse.

La scossi dolcemente.

“Marie! Hai notato qualcosa nel tipo?” Aprì di nuovo gli occhi.

“Puoi anche chiamarmi Lulu”, disse sorridendo mentre gli occhi diventavano di nuovo assenti.

“Qualsiasi cosa!” La scossi più forte e spalancò gli occhi con un’espressione contrariata.

“Hai visto altro?” “C’era…” “Sì!?” “Una chiave”, mormorò. “Gli è caduta una chiave elettronica, un tesserino… quando ha tirato fuori la busta… Numero 87…” “Una chiave d’albergo?” Marie prima annuì, poi scosse la testa.

“Non Marieborg”, disse. “Era del Bunklnn.” “Hotel Bunklnn, sei sicura?” Annuì lentamente e ogni volta che lo faceva gli occhi si chiudevano sempre più. La scossi di nuovo ma non reagì.

Un lieve sorriso le prese forma sulle labbra, mentre lei affondava sul sedile come se potesse attraversarne le molecole.

Mi allontanai da Marie e la fissai. E ora? Dovevo abbandonarla o aspettare? Mi aveva detto abbastanza per andare avanti, ma forse sapeva altro. Potevo essere sicuro che i suoi ricordi fossero corretti?

Mentre se ne stava lì, con gli occhi chiusi, sembrava assolutamente tranquilla. Non riuscivo a immaginarmi che vita facesse, anche se avevo compiuto delle ricerche in occasione di Un piatto freddo. Forse nella sua quotidianità c’erano poliziotti corrotti, pistole e omicidi, ma in quel preciso momento sembrava una ragazzina che dormiva sicura e tranquilla.



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